Nel cuore per sempre i giorni con Maria di Fatima

Ancora due giorni, il 24 e il 25, di preghiera, compagnia, consolazione, fede viva e concreta in presenza della Vergine di Fatima per i fedeli della Parrocchia di S. Antonio di Padova in Cassino e della città tutta, compreso il territorio circostante.

Hanno riempito letteralmente la chiesa anche dopo il giorno dell’arrivo e dell’accoglienza, (http://www.diocesisora.it/pdigitale/primo-giorno-laccoglienza-maria/) in ogni momento del giorno e della sera fino a notte tarda, sia nelle celebrazioni comunitarie sia nei momenti riservati alla preghiera personale. La Madonna non è rimasta sola mai, è stato un continuo fluire di persone che ordinate, tranquille e soprattutto fiduciose andavano da Lei a chiedere aiuto, certo, ma anche a dirle grazie, ad esprimere l’affetto profondo e la devozione che nutrono in cuore, ad affidarsi a Lei, la Madre per eccellenza che accoglie, comprende, conforta tutti i suoi figli. Tutti, anche i più lontani e scapestrati. Una Mamma che educa i suoi figli perché non risolve all’istante i loro problemi ma dona la forza di affrontarli e le croci che ognuno porta non le toglie ma le alleggerisce lasciando nel cuore una serenità altrimenti sconosciuta. Uno spettacolo di fede impressionante. E l’ultima sera a questi sentimenti si mescolava anche un po’ di nostalgia per la partenza della Vergine pellegrina verso altri figli in attesa di Lei, ma anche di gioia, confidenza e riconoscenza per i bei momenti trascorsi con Lei.

Momenti tutti forti e significativi, dal Rosario alla recita dell’Angelus, alla visita dei bambini della Scuola delle Suore Stimmatine alle Celebrazioni Eucaristiche. Alcuni dei riti comunitari sono stati particolarmente intensi e toccanti, come il 24 pomeriggio la Benedizione dei bambini e dei genitori con il Rosario che la parrocchia due anni fa, pellegrina a Fatima, aveva posto sulla statua della Madonna. Una fila lunghissima e interminabile ha dimostrato quanto i genitori di oggi abbiano ancora a cuore e ci tengano alla benedizione dei loro piccoli, forse riconoscendo la propria fragilità umana in tempi difficili e cercando una protezione più sicura e alta di quella che essi stessi, pur con tutta la buona volontà, riescono a dare. E si fidavano e affidavano a Maria.

Poi, sempre il 24, la Messa con i malati e una foltissima rappresentanza dell’Unitalsi diocesana ha messo al centro dell’attenzione proprio loro, i fratelli sofferenti e i fratelli solidali, ed è stato davvero emozionante vedere la solidarietà e fraternità all’opera, con la naturalezza e la spontaneità che si vivono in una famiglia, e con il risultato di una luce nuova, data dal sorriso e dalla gioia che emanavano dai volti di tutti. Il Parroco ha riservato particolare attenzione alle persone malate, sia nell’omelia, incentrata su Maria e il dolore, sia nel portare loro la Comunione e, dopo la Messa, nell’Adorazione eucaristica, portando davanti a tutti, fino in fondo alla chiesa, il Santissimo per la Benedizione eucaristica solenne.  E ancora il 25, l’ultimo giorno, neanche la forte pioggia battente ha scoraggiato i fedeli, accorsi sempre in gran numero; nella Messa l’omelia ha ceduto il posto, date le numerosissime richieste pervenute al parroco, alla benedizione con il Rosario estesa a tutti i presenti, che uno per uno l’hanno ricevuta mettendosi ordinatamente in fila. Altri gesti indimenticabili: l’Atto di Affidamento a Maria, letto coralmente, e il dono che la parrocchia ha fatto alla Vergine in segno di affetto e gratitudine: una corona del Rosario d’argento che Don Benedetto Minchella ha posto tra le mani della statua, nel raccoglimento ed entusiasmo generale. In quell’atto c’era tutta la fede e la devozione non solo del parroco, ma con lui dei parrocchiani e di tutto un popolo.

E quando, da ultimo, la statua è stata issata sulle spalle degli unitalsiani per andare via, uno sventolio di fazzoletti bianchi, insieme ai canti, ha segnato  un momento di commozione profonda. Fuori della chiesa, sotto la pioggia, la statua è stata posizionata sul pullmino pronto e i fedeli erano ancora lì, sotto gli ombrelli, a sventolare i fazzoletti bianchi in segno di saluto. Impossibile dimenticare.

Adriana Letta

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