Missione Albania!

Barbara è partita per l’Albania, torna tra qualche giorno, mi dicono per telefono. In Albania?? Sì, hai capito bene, è andata con Caritas Italiana per una due giorni di formazione sul posto, bisogna aiutare Caritas Albanese a metter su l’Osservatorio delle povertà e delle risorse. “Missione Albania” dunque! La cosa si fa interessante e così al suo ritorno non me la faccio scappare e ci incontriamo. La trovo, sorridente e accogliente come sempre, alla sua scrivania nella nuova sede della Caritas a Cassino, insieme alle colleghe. Barbara Nardone è in Caritas da molti anni. Le domando:

Barbara, da quando sei in Caritas?

Tutto è cominciato con l’anno di Servizio Civile presso la Caritas diocesana, allora di Montecassino. Da quella esperienza è nato in me, come in molti altri giovani, il desiderio impellente di fare qualcosa per gli altri, si è acuita la sensibilità verso le persone che sono nel disagio e nel bisogno e la “passione” per la Caritas. Ho continuato facendo volontariato e non l’ho lasciata più, e sono quasi dieci anni!

Ora fai ancora volontariato?

Nel 2010 insieme a due inseparabili amiche e colleghe, che condividono in pieno la mia passione, Angela (che svolse insieme a me il Servizio Civile) ed Anna Maria, abbiamo costituito – come nelle altre Caritas diocesane –  una Società Cooperativa sociale, la “FCF” (Fede, Carità, Fortezza), per poter meglio operare nell’ambito della Caritas. La Cooperativa, in cui abbiamo inserito anche una persona svantaggiata, gestisce servizi Caritas, in particolare la Mensa ed i progetti Caritas a livello regionale. Ognuna di noi si occupa di una delle aree in cui è suddivisa l’opera Caritas: io sono referente per l’area Promozione umana; Angela per l’area Immigrazione; Anna Maria per l’area Mondialità – emergenze. Coordinatore dell’area Promozione Caritas è Geppino Lauro, nel cui ambito Angela si occupa del Centro di Ascolto, io dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse, Nicolina del laboratorio per la promozione delle Caritas parrocchiali.

Tutto ben strutturato, e inoltre siete in collegamento con Caritas Italiana, giusto?

Sì, naturalmente. Walter Nanni, dell’Ufficio Studi, ci ha sempre seguito e ogni volta che abbiamo presentato il nostro Rapporto annuale sulle Povertà e Risorse, lui è stato presente ed ha apprezzato il nostro lavoro, che è cresciuto negli anni. Io stessa sono diventata referente regionale del progetto OSPOweb, programma informatico online per gestire la raccolta e l’elaborazione dei dati raccolti presso i Centri di Ascolto.

Mi pare che nei mesi scorsi vi mise in contatto con Caritas Greca

Sì, nel febbraio scorso accompagnò qui da noi (diocesi che “sa lavorare bene”, dichiarò Nanni) la rappresentante greca che era venuta in Italia, bisognava aiutare la Caritas greca a raccogliere ed elaborare dati attraverso i Centri di Ascolto al fine di acquisire un’adeguata competenza nella lettura dei bisogni, delle povertà, dell’emarginazione e poter intervenire in maniera equa e concreta in aiuto dei bisognosi. Da febbraio ad oggi in Grecia hanno attivato ben 21 Centri di Ascolto con rilevazione dati. L’aver trasmesso loro anche la nostra esperienza è stato utile.

Ed ora l’Abania…

Caritas Italiana è da sempre tra i principali partner di Caritas Albania, attualmente sta sostenendo dei progetti nel Paese con la Caritas dell’Albania ed il coinvolgimento anche di alcune Caritas diocesane italiane, tra cui la nostra Caritas di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. L’obiettivo è non solo favorire lo sviluppo del volontariato ma anche realizzare delle ricerche sulla povertà, in continuità con quanto fatto nel corso degli anni con l’Osservatorio delle povertà e delle risorse. D’altronde, Caritas Italiana è da tempo impegnata nella formazione degli operatori per far nascere Osservatori delle Povertà e delle Risorse in alcuni Paesi dell’Est Europa, in particolare Albania, Serbia, Bosnia, Macedonia, Montenegro e Grecia. Già a gennaio Caritas Italiana era stata in Albania attivando due Diocesi, Rrëshen ed Elbasan (rispettivamente a Nord e a Sud dell’Albania), nella raccolta dei dati derivati dai Centri di Ascolto, facendo formazione sull’Osservatorio e sul programma di raccolta dati Ospoweb.

Che cos’è e a che cosa mira l’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse?

L’Osservatorio delle povertà e delle risorse è uno strumento della Chiesa locale, per rilevare sistematicamente le situazioni di povertà, disagio e vulnerabilità sociale, nonché il sistema di risposte messo in atto per contrastarle.  Quanto osservato e rilevato è a disposizione della comunità cristiana per l’animazione al suo interno e verso la società civile. E’ importante saper “leggere” in maniera sistematica quello che nei Centri di Ascolto viene rilevato del disagio e delle problematiche. Solo così si possono studiare e dare risposte concrete ai veri bisogni.

Nei giorni che hai passato in Albania che cosa avete fatto?

Il 16 e 17 giugno, sono stata lì con l’Ufficio Studi di Caritas Italiana per un secondo momento di formazione. Delle due Diocesi coinvolte, partecipavano le loro due direttrici (Suor Camilla e Suor Chiara) con gli operatori dei vari centri, circa venti, tutti giovani.

Lo scopo della mia presenza è stato quello di raccontare loro l’esperienza della nostra Diocesi nell’ambito dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse e di come nel tempo abbiamo cercato di migliorare il nostro lavoro nell’ambito della raccolta dati e di come è possibile leggerli dando sul territorio una ricaduta pastorale significativa. Questo ci ha permesso di tessere una rete di collaborazione anche con le istituzioni, l’Università, la Asl, la Casa Circondariale… A Cassino l’istituzione della Mensa Caritas, del Centro di accoglienza delle famiglie dei detenuti allestito di fronte al carcere, della Ludoteca nel quartiere S. Bartolomeo sono state altrettante risposte, negli anni, a dei bisogni veri rilevati sul territorio.

Ciò che soprattutto li ha colpiti e fatti riflettere, è come le opere-segno nate sui nostri territori avessero non solo dato una risposta alle persone in difficoltà incontrate, ma come la loro presenza avesse dato una risposta anche alla comunità in senso più ampio. Le povertà in quella terra sono diverse dalle nostre, ma conoscere il nostro percorso di crescita per loro è stato utile perché dalla nostra esperienza possono attingere ciò che va bene per la loro realtà.

Dove vi siete incontrati?

Siamo stati ospiti del distretto di Elbasan nel villaggio di Mollas, abitato da circa 7.000 abitanti, per la maggior parte contadini. Le suore che ci hanno ospitato guidano tre strutture, una Casa-famiglia per minori (che ci hanno fatto visitare e in cui assistono in tutto e per tutto 8 bambini con uno stile di famiglia bellissimo), un asilo e un doposcuola (circa 140 bambini ogni giorno) oltre che un Centro di Ascolto per le famiglie del territorio. Le due missioni delle Suore sono molto attive ed efficienti ed hanno costruito una piccola rete di collaborazione, cosa non facile in un paese in prevalenza musulmano, dove la presenza di cattolici è di circa il 10 %.

Come giudichi questa esperienza in Albania?

L’esperienza di questi due giorni è stata intensa e formativa anche per me, ho trovato un ambiente familiare ed accogliente; e nonostante la tanta povertà che si toccava con mano, queste persone erano cariche ed entusiaste di “imparare” e confrontarsi, per poter al meglio rispondere alle tante situazioni di estrema povertà che incontrano giornalmente. La cosa più bella è che non si è trattato di andare solo a “spiegare” come si utilizza un programma informatico, ma è stato un vero incontro con scambio di esperienze, dove ognuno ha imparato qualcosa dall’altro.

Grazie, Barbara, di tutto quello che fai e che fate in Caritas!

Adriana Letta

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