Messaggio di Cordoglio del Vescovo Gerardo per la morte del caro prof. Angelo Molle

La tristezza che ha invaso il cuore di tutti è stata perforata oggi dal raggio di intensa luce che si è sprigionato dalla celebrazione eucaristica, memoriale della Pasqua del Signore. Abbiamo celebrato la nostra fede nel Signore della vita piena, eterna e definitiva, nella quale crediamo e nella quale è stato ammesso il nostro carissimo Angelo. Pertanto, le parole soffocate in gola dalla strozzatura del nostro pianto si lasciano liberare dalla speranza cristiana, per diventare preconio pasquale, cioè annuncio della vittoria della vita per quanti, come Angelo, hanno vissuto nella fede del Signore risorto. Siamo sicuri che con la morte, la vita “non ci è tolta ma trasformata”.

Rivolgiamo al Signore Gesù la nostra straordinaria gratitudine per il dono di Angelo: il suo passaggio tra noi non è stato quello di una meteora che, se anche stupisce, scompare; ma  di una stella luminosa che continua a brillare nel firmamento spirituale del paradiso.

Se “chi semina vento raccoglie tempesta”, è ancor più vero che “chi semina grazia raccoglie benedizione”. Tu, caro Angelo, hai seminato  bontà: bontà umana, bontà nuziale e paterna, bontà morale e spirituale, bontà culturale ed educativa. Lo attestano oggi le molte nostre presenze in grado di raccontare, ciascuno, un particolare rapporto con te e uno speciale motivo di riconoscenza.

Grazie Signore perché nella persona di Angelo ci hai mostrato l’ideale incarnato della santità laicale quale “misura alta della vita cristiana ordinaria” (Giovanni Paolo II, Novo millennio ineunte, n. 31), la vita cristiana ordinaria di uno sposo, di un padre, di un professore-educatore, di un testimone coerente e gioioso.

Quello che oggi, con la preghiera cristiana, rivolgiamo ad Angelo non è un ‘addio’ ma un ‘a Dio’, un atto di affidamento della sua persona al Signore. Il sacro rito della sepoltura segna solo una sosta temporanea nel cuore della terra, in attesa della risurrezione del corpo. Affidiamo con affetto Angelo al Signore, e con lui anche le nostre tormentose domande: perché Signore?; perché così rapidamente?; perché proprio a lui del quale avevamo ancora molto bisogno?; perché Signore non hai ascoltato le nostre preghiere?; perché non lo hai guarito attraverso l’intercessione dei santi che abbiamo invocato?; perché la Vergine Bruna di Canneto non ha agito in suo favore con premura di Madre?

Miei cari, personalmente in queste ore così oscure e turbate, trovo pace soprattutto al pensiero che il Signore abbia voluto Angelo con sé ma non per sé, bensì per noi. E’ come se il Signore mi chiedesse: avresti preferito un miracolato in terra o un intercessore in cielo? Questo pensiero ha messo la mia mente in ginocchio, e anche il mio corpo, e ho detto al Signore: se tu pensi che Angelo possa fare ancor più del bene come tuo collaboratore in cielo, accolgo la tua volontà come garanzia di abbondante grazia per tutti.

Da oggi in poi invocheremo Angelo come nostro intercessore dal cielo, ci sentiremo da lui incoraggiati e raccomandati nel chiedere al Signore ciò di cui abbiamo bisogno. Se abbiamo fiducia nell’intercessione di un santo che non ci ha conosciuto in terra e che noi stessi non abbiamo mai incontrato, quanto più potremo avere fiducia nel chiedere al Signore qualcosa per intercessione di chi, come Angelo, ci ha conosciuto, ci ha servito, ci ha voluto bene e continua a volerci bene per sempre. Grazie Angelo.

Mons. Gerardo Antonazzo

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