Il mese di maggio alla Madonna delle Grazie

In Maria il germe della Chiesa

Inizia il mese di maggio al santuario della Madonna delle Grazie, con la concelebrazione presieduta dal vescovo Gerardo Antonazzo

L’alba del primo giorno di maggio vede animarsi le stradine e la lunga scalinata che si inerpica al santuario che sovrasta da secoli la città di Sora. Persone di ogni età, tanti bambini, anziani, molti provenienti dai paesi intorno alla città, hanno voluto essere presenti lassù, ai piedi di Maria, per iniziare il tradizionale mese di maggio. Una folla che la chiesa non è riuscita a contenere, tanto che a decine erano all’esterno, sul piccolo pianoro su cui sorge l’edificio sacro.

Il vescovo Gerardo Antonazzo, come tradizione, ha presieduto la celebrazione eucaristica, animata dal coro di Santo Spirito, concelebrata da padre Felix Nyandwi, economo della diocesi di Rutana, in Burundi, in questi giorni ospite della Diocesi, e ancora da mons. Bruno Antonellis (che ha simpaticamente dichiarato “un miracolo” la sua presenza lassù) e don Giovanni De Ciantis. 

Nell’omelia, il Vescovo, rifacendosi al Vangelo proclamato poco prima, sottolinea un luogo, Nazareth, dove proprio in Maria ha inizio la Chiesa, la comunità. Maria è la donna, Gesù si rivolge così a sua Madre che è lì, ai piedi della croce: in questo modo secondo l’antica tradizione Egli indica una comunità al femminile. Donna dunque, come la Chiesa, il cui germe costitutivo è in Maria stessa.

“Dio ha trovato in lei la donna nuova opposta alla donna antica, Eva: ed ecco contrapporsi l’obbedienza di Maria alla disobbedienza di Eva. L’obbedienza dell’uomo alla volontà di Dio, esigente a volte incomprensibile. Se abbracciamo con tutto il cuore la novità del vangelo, scritto con la V maiuscola, perché è una persona. Maria abbraccia il Verbum, il Logos, la parola di Dio. E così anche noi abbracciamo con tutto il cuore la novità del vangelo, perché la santità è affrontare con la Parola le questioni umane.

Che questo mese di maggio – ha concluso il Vescovo – sia vissuto non come pietismo ma come pietà popolare, che fa cambiare la nostra vita compiendo un cammino che si trasforma in esercizi spirituali, così come lo diventa la fatica di salire in alto rafforzati dalla grazia dei sacramenti”.

Al termine, prima della benedizione solenne, i saluti e i ringraziamenti da parte di don Giovanni, ed in infine mons. Antonazzo ha augurato a tutti i presenti che i tanti “fioretti” che caratterizzano questo mese siano veri cambiamenti nella vita di ciascuno.

 

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