La storia della chiesa parrocchiale di Arce

Della parrocchia in generale

La chiesa parrocchiale di Arce, Arcipretale e Collegiata, è dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Paolo. E’ a forma di croce greca, da un’iscrizione nell’abside apprendiamo come la chiesa fu edificata tra il 1702 e il 1744; consacrata il 17 dicembre di quell’anno dal Vescovo diocesano S.E. Mons. Antonio SPADEA. La tradizione vuole che fosse stata costruita con il lavoro spontaneo di tutta la popolazione.

Si hanno notizie frammentarie su di un’antica chiesa dedicata al solo San Pietro e che doveva trovarsi in quel luogo [1]. L’attuale complesso architettonico domina maestosamente piazza Umberto I (che si trova a 245,46 metri s.l.m.); ha una superficie di 540 mq ed una cupola alta 24 metri, una capienza di 1500-1800 persone; è di stile barocco con molti stucchi e dipinti. La parrocchia ha un circuito di 45 Km con un territorio di 3949 ettari.

Di epoca più antica sono i dipinti del secondo cornicione, gli altri furono effettuati con i restauri generali del 1910, quando era parroco Don Giuseppe MARROCCO e Vescovo diocesano S.E. Mons. Antonio Maria JANNOTTA [2].
Il pittore che realizzò queste opere fu Edoardo RIGHI con l’aiuto di decoratori locali, fra cui Eleuterio PELILLO e di stuccatori fatti venire appositamente da Firenze.

La visita

Iniziando la nostra visita non si può che partire dalla cupola, nella cupola sono raffigurati, in cornici ovali, i quattro carismi episcopali: la Vigilanza, la Pietà, la Carità e il Magistero.

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Sotto il cornicione vi sono otto angeli in stucco che reggono, iniziando di fronte da sinistra verso destra: la tiara, il pastorale, la pianeta, il messale, la stola, il manipolo, la berretta e il cappello.
Nei pennacchi sono raffigurati i quattro evangelisti: San Giovanni, San Matteo, San Luca e San Marco.
La nostra visita continua con l’edicola dedicata a Santa Maria GORETTI, costruita nel 1954, qui si può ammirare l’antica fonte battesimale in legno e stucchi, nella parte superiore è visibile una piccola tela raffigurante il battesimo di Gesù nel Giordano (Mt. III, 13-17).
Il cielo è affrescato con ovali che contengono angeli.
Di qui proseguendo in senso orario, incontriamo in una nicchia in legno Sant’Antonio di Padova e San Giuseppe, passando oltre troviamo l’altare di Sant’Eleuterio.

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Sotto l’altare è posta una statua raffigurante il Sant’Eleuterio morente, opera della ditta LETTIERI di Napoli.
Nel cielo di questo braccio è dipinto Mosè che indica il serpente di bronzo, chi lo guardava guariva dal morso velenoso dei serpenti (Mosè –I Numeri, XXI, 4-9), si ricorda che Sant’Eleuterio è ritenuto protettore dei morsi degli animali velenosi.

L’altare successivo è quello dedicato al Sacro Cuore di Gesù, fino alla metà del secolo era dedicato al Santissimo Sacramento, l’attuale statua a sostituito una pala raffigurante l’ultima cena negli anni ’50.

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Continuando la nostra visita incontriamo due amboni in marmo, furono realizzati nel 1965 dov’erano gli altari dell’immacolata e di San Giuseppe da una ditta di Ceprano.
Il primo altare, cioè quello dell’Immacolata, all’epoca della costruzione della chiesa, era di patronato del canonico Germani, come si può notare vi sono due stucchi al lato di esso che rappresentano lo stemma della famiglia del canonico, l’attuale tela raffigurante l’Immacolata è stata realizzata dall’artista locale Alberto PELAGALLI .

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L’altro, cioè quello di San Giuseppe agli inizi dell’800 era di patronato della famiglia PESCOSOLIDO; la pala rappresenta la Sacra Famiglia con San Giovanni Battista.

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Passando ad ammirare l’altare maggiore possiamo dire che la parte anteriore è stata costruita con pregevole marmo policromo dalla ditta Rubino di Napoli nel 1949; da ammirare il bassorilievo del paliotto raffigurante l’ultima cena, agli inizi degli anni ’70, per adattarlo alla nuova liturgia, fu costruita la parte anteriore (mensa) e la balaustra.

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Alle pareti di lato sono rappresentati: a sinistra, la consegna delle chiavi del paradiso a San Pietro (Mt. XVI, 17-19) e a destra la conversazione di San Paolo sulla strada di Damasco (Atti IX, 1-9).

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Nel cielo, sopra questo braccio, l’Eterno Padre nella creazione del mondo, negli angoli: la Giustizia, la Pace, la Carità e la Verità; nelle lunette i profeti Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele. Il sesto altare è quello dedicato a San Rocco, comprotettore della città di Arce.

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Anch’esso ha subito dei restauri nel 1956 con l’offerta di tutta la popolazione, vi è la statua del santo.
Il settimo ed ultimo altare è quello dedicato alla Madonna di Pompei; questo fino alla metà di questo secolo era denominato del Crocifisso e/o della Morte perché vi si celebravano i funerali.

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A quest’altare venne cambiata denominazione da altare del Crocifisso, nome dovuto alla pala raffigurante un Crocifisso, a Madonna di Pompei perché vi si tenevano i “sabati” a Lei dedicati, ed essendo la tela logora e abolita la funzione principale dell’altare, cioè la celebrazione die funerali nel 1956 fu realizzato il mosaico e l’altare in marmo come appare attualmente, il quadro della Madonna è opera dell’artista locale Marco D’EMILIA, ed ha sostituito la stampa rubata.
Proseguendo si passa vicino alla nicchia contenente le statue dell’Addolorata e dell’Immacolata, passando oltre si ammira il grande Crocifisso.
Tornati al centro della chiesa e voltandoci a guardare sopra l’ingresso principale possiamo ammirare l’organo antico, opera del celebre organaro CATARINOZZI.
I quadri della Via Crucis sono stati messi l’8 marzo 1957. La pavimentazione, in pietra “perlato d’Ausonia”, è opera della ditta IACOBUCCI di Frosinone. Il portone della chiesa è stato realizzato nel 1986, in occasione delle missioni, dagli artisti locali Eleuterio FAVA e Luigi ARCESE; nella stessa occasione è stato realizzato il sagrato della stessa.

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Nel 1988, in occasione dell’Anno Mariano, sul sagrato della chiesa venne posta la Madonna dell’Ulivo, con la seguente iscrizione:

“Se l’odio si fa vivo
il ramoscel d’ulivo
porgi ai tuoi figli d’Arce
o Regina della pace
Parroco A. Marciano settembre 1988”

L’opera è stata realizzata dall’artista locale Fausto GROSSI e dall’architetto Rocco CEDRONE.
Nel 1993 furono installate nelle logge inferiori dei campanili due statue in bronzo dei titolari della parrocchia; nella loggia sinistra San Pietro, in quello di destra San Paolo.

[1] Si hanno due descrizioni precedenti alla costruzione della nuova chiesa.

La prima quando ci fu la visita del Vicario Generale don Felice VELTRONIO nel 1603; da qui apprendiamo che la chiesa aveva quattro altari: il primo era l’altare maggiore con la confraternita del SS.mo Sacramento; c’erano due altari del Rosario di cui uno aveva la confraternita con tale nome mentre l’altro era di patronato della famiglia Quattrucci; l’ultimo era della Madonna ed era stato costruito nel 1518 dal Notaio Pietro CAPOBIANCO (P. Cayro, op. cit. bibl.).

La seconda l’abbiamo quando il Vescovo diocesano Mons. Giuseppe DE CAROLIS il 23 maggio 1703 si recò ad Arce per una Visita Pastorale. Egli accolto dal clero e dai notabili del posto fu accompagnato alla chiesa arcipretale di San Pietro. Dopo le preghiere rituali ebbe inizio la visita della chiesa; in essa vi erano cinque altari, il maggiore dei quali era dedicato a San Pietro Apostolo; il secondo era dedicato alla Madonna del Carmine ed era di giuspatronato della famiglia Velletri; quello dell’Immacolata era affidato alle cure del cittadino Germano Germani. Spettava alla chiesa la manutenzione degli altari del Rosario e di Santa Brigida.

Il Vescovo osservò che le reliquie erano collocate in una cassa con delle suppellettili e ordinò che venissero poste in una custodia accanto all’altare maggiore.

Fu pure disposta la riparazione del tetto e l’imbiancatura delle pareti.

[2] Lapide affissa sulla parete dell’abside con la seguente dicitura:

“D.O.M. (DEUS OTTIMUS MAXIMUS) TEMPLUM HOC AB ANNO 1702 PRIDIE NONAS IUNII FUNDATUM, PERQUE QUADRAGINTA ANNOS AD PERFECTAM STRUCTURAM ADDUCTUM XVII KAL. DECEMBRIS (A. 1744) REGNANTESUMMO PONTIFICE INNOCENTIO, MAGNOQUE PATRUM ET ANTISTITUM LATERANENSIS CONCILII TUNC TEPORIS RECURRENTE INTERVENTU, FRANCISCUS ANTONIUS SPADEA AQUINI ET PONTECURVI EPUS, RITU SOLENNI IN DEI HONOREM AC NOMEN SS. APOSTOLORUM PETRI ET PAULI, CONSECRAVIT EIUSQUE CELEBRITATI MEMORIAM J KAL. DECEMBRIS QUOTANNIS RECOCENDAM STATUIT  +ANNO 1744+ IDEM TEMPLUM, TOT TANTOSQUE ANNOS NON RENOVATUM, IMMO INCURIA PENE COLLABENS ARCHIPRESBITER IOSEPH MARROCCO, ANIMO PIETISSIMO AERE PROPRIORESTAURANDUM NEC NON OBLATIONIBUS POPULI ARCESI,  ITA ORNAVIT UT MAGNIFICENTUS SPLENDORI FORMA ET SUPPELLECTIBUS SACRUM DITATUM, SOLEMNITER BENEDICENTE DO.NO ANTONIO M. IANNOTTA EPISCOPO AQUINI-SORAE ET PUNTISCURVI, POPULO FESTIVO APPARATU PLAUDENTE, MENSE OCTOBRIS 1910 PUBBLICO CULTI RESTITUERIT”.

Giuseppe Antonio Violetta

Foto: Mario Fraioli

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