Intervista al Prof. Barbagallo dell’Antonianum

In occasione dell’ultimo incontro del Corso di aggiornamento per docenti di Religione cattolica presso l’Antonianum, sul Crocifisso

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di San Damiano mercoledì 26 aprile abbiamo avuto la possibilità di rivolgere qualche domanda al Preside dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Redemptor hominis” Salvatore Barbagallo, sui possibili sviluppi dell’Accordo di collaborazione tra Pontificia Università Antonianum e Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, Pastorale Digitale. Ringraziamo il dott. Paolo Cancelli che si è adoperato per questo e per tanto altro.

  • Siamo giunti alla conclusione del Corso di aggiornamento per docenti di Religione cattolica sull’Estetica, frutto dell’Accordo di collaborazione tra Antonianum e Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, Pastorale Digitale: possiamo provare a tracciare un bilancio? Il livello dei relatori e dei contenuti è stato alto, tanto da ottenere il riconoscimento del Miur e l’alto Patrocinio del Parlamento europeo; anche la partecipazione da parte dei docenti è stata buona. Ci sono aspetti da valorizzare o da migliorare? Si può pensare ad una prosecuzione per il prossimo anno e in che forma? stessa tematica o diversa?

La verifica la faremo a maggio di questo corso che è stato sperimentale: abbiamo cominciato con la vostra Diocesi e con l’Istituto di Maria Immacolata, due soli soggetti. Nell’ultimo incontro, molto liberamente e molto sinceramente valuteremo quello che c’è stato di positivo e quello che c’è da migliorare, e di cose da migliorare ce ne sono molte. Come anche – e questa è una speranza – poi vedremo tutti insieme per decidere il tema, perché non dipende solo dall’Antonianum e dalla Diocesi, ma da tutti quelli che parteciperanno, perché abbiamo avuto diverse richieste e quindi si allargherà la platea dei partecipanti. Sarà bene guardare i bisogni dei fruitori, non tanto quelle che possono essere le mie fantasie o proposte. Un primo frutto è che il lavoro c’è stato e la partecipazione pure, se percorriamo retrospettivamente tutte le tappe di questo corso, cominciato a settembre, poi c’è stata la Mostra di Guttuso (con le sue vicende un po’ travagliate, ma per questioni del Quirinale, non da parte nostra), le altre tappe, fino ad arrivare ad oggi: avevamo messo al centro di tutto l’itinerario proprio questa giornata di oggi che penso stia andando molto bene, sia come partecipazione sia come contenuti: su questi non eravamo certo preoccupati, non avevamo dubbi!

  • Certamente, bellissimo questo incontro di oggi sul Crocifisso di S. Damiano, grazie alla formidabile competenza e passione di Mons. Crispino Valenziano. Possiamo dire che come quel Crocifisso fu per S. Francesco stimolo a “riparare la Chiesa”, potrebbe assumere anche per noi lo stesso significato di “riparare e ricostruire” il tessuto che sembra lacerato in tanti aspetti della società, della famiglia, talvolta delle comunità cristiane?

Anzitutto è uno stimolo ad andare a riprendere i nostri valori, come ha detto anche Mons. Valenziano a noi francescani, in primis noi frati minori, andare a rileggere la nostra esperienza fondante, non tanto quella che si è sviluppata lungo la storia, pur senza buttarla via. Dal punto di vista della povertà di cui si sta parlando oggi a proposito del Crocifisso di S. Damiano, noi prospetticamente, proprio in vista di questo tipo di lettura dell’annullamento, della povertà nel senso esistenziale e non dell’avere, stiamo preparando anche un Corso biennale di alta formazione sulla gestione dei beni, in quanto nella spiritualità posteriore a Francesco tra lo spirituale e il materiale sembrava che il materiale non entrasse, invece no, entra nel nostro vissuto, entra nella nostra quotidianità il gestire bene il materiale con questa, non povertà, ma “minorità”, come la chiamava Francesco; il titolo del Corso sarà: “Beni e minorità“. Questo interessa innanzitutto noi francescani, ma è aperto anche a tutti perché il messaggio di Francesco è cristico, riguarda tutti i cristiani sia per i rapporti interni, fraterni, sia per quelli con i diversi: ci indica la strada da percorrere.

  • Ringraziamo l’Istituto Superiore di Scienze Religiose e in particolare lei, P. Barbagallo, per il prezioso contributo che ha di fatto reso possibile la realizzazione dell’iniziativa. Il Corso ha risposto a dei bisogni, non di dare un attestato di partecipazione che certifichi l’avvenuto aggiornamento, ma di formazione nel profondo.

No, non era certo il nostro obiettivo dare un pezzo di carta! Bisogna lavorare in un clima di dialogo e di confronto, non di dare dall’alto. Un certo dialogo è stato aperto con la diocesi di Sora, ma stiamo pensando di aprire anche alle Diocesi del basso Lazio. Io spero in una maggiore collaborazione. Col dott. Paolo Cancelli abbiamo discusso e penso che il dialogo e la collaborazione siano la strada migliore e molto più fruttuosa. Dobbiamo mirare ad una collaborazione più piena, perché si crei un circuito virtuoso più ampio e profondo per cui chi studia da noi poi lo ritroveremo in questi itinerari di formazione. Questo che abbiamo fatto è un primo passo. Se riuscissimo ad aprirci ad altre realtà, e lo spero ardentemente, penso che tutto il resto che è di contorno, ma non è contorno, possa avere una sua pienezza, una sua logica, una sua struttura, esprimere una collaborazione più fattiva e un dialogo più continuativo e collaborativo.

  • Lo slogan della Pastorale Digitale datoci dal Vescovo è “mettere in comunione più che in rete“, dunque, mettiamo in comunione anche con le altre diocesi! Grazie, Padre Barbagallo.

Adriana Letta

Foto Giovanni Mancini

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