Consulente Giuridico per il Terzo Settore

Cassino, Giornata di studio all’Università sul Terzo Settore e le nuove prospettive

Martinez, Presidente nazionale RnS, infiamma la platea

D’ora in avanti l’Università di Cassino e del Lazio meridionale, Corso di Laurea in Servizi giuridici per il lavoro, pubblica amministrazione, sport, offre un nuovo percorso formativo triennale: il Curriculum del “Consulente Giuridico per il Terzo Settore”. Per presentarlo si è tenuta una giornata di studio presso il Campus Folcara venerdì 8 giugno, nell’Aula Salerno, sul tema: “L’Opera e il Dono – L’Uomo, lo Spirito, la Legge“. A introdurre i relatori e moderare il convegno, è stato il Prof. Luigi Di Santo, Coordinatore del Corso di Laurea in Servizi Giuridici dell’Ateneo, nonché promotore del progetto, che ha dato subito spazio ai saluti istituzionali. Ha iniziato il Rettore, Prof. Giovanni Betta, il quale ha sottolineato l’importanza del nuovo percorso formativo, che va ad affiancare altri percorsi triennali già avviati, perché risulta evidente il bisogno di fornire non solo formazione avanzata, solitamente molto alta, ma anche una formazione che dia competenze professionali, con percorsi mirati in diversi ambiti. Questo nuovo percorso prepara Consulenti per il Terzo Settore e la presenza così numerosa di giovani studenti, ha concluso Betta, sembra confermare che questa strada è giusta.

A sua volta il Vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, Mons. Gerardo Antonazzo, ha porto il suo saluto di soddisfazione e gratitudine per questo percorso qualificato, che costituisce una risposta ai bisogni che la comunità esprime. E tali bisogni debbono trovare risposte secondo il principio della collaborazione e della sussidiarietà. Ciò, ha osservato, fa emergere le migliori risorse umane e il meglio della sensibilità sociale, con l’attenzione ai beni comuni fondamentali della collettività per renderli beni condivisi. Si forma così una professionalità che sa spendersi in risposte operative.

Hanno preso poi il via gli interventi dei relatori, illustri studiosi che hanno offerto la base culturale giuridica su cui ci si muove e che è essa stessa in trasformazione e discussione, dati i cambiamenti della società in atto. Il Prof. Edoardo Ales, dell’Ateneo cassinate, dopo aver notato che i risultati dei corsi di laurea triennali vigenti, che coprono un ampio spettro di attività, confermano la bontà della scelta, si è soffermato a parlare sul diritto al lavoro e sul dovere del lavoro, secondo la Costituzione. Il lavoro, a cui il cittadino ha diritto, deve essere messo a disposizione non solo di se stesso e della propria famiglia ma, secondo l’art. 4 della Costituzione, anche della collettività, per contribuire al progresso sociale, secondo il principio cardine della sussidiarietà, sia verticale che orizzontale. I giuristi del lavoro debbono considerare le attività da cui si trae non solo profitto, ma anche una più immediata utilità sociale. Nessuno deve essere lasciato indietro ma ciascuno deve fare qualcosa per gli altri, in uno scambio – o dono – reciproco. Oggi su questo principio si sta sviluppando, nel campo del Diritto del lavoro, un ampio dibattito anche a livello europeo sul volontariato.

Un ulteriore interessante approfondimento sul tema del “dono” è venuto dal Prof. Gennaro Giuseppe Curcio, Segretario generale dell’Istituto J. Maritain di Roma, che ha affermato che il dono serve alla società per intraprendere relazioni sociali. Il dono diventa scambio, ma deve superare la circolarità inquinata da aspetti economicistici. Esso è qualcosa che si può cogliere solo attraverso l’agape, perché la passione del dono nasce dal senso dell’alterità, dal desiderio di donare all’altro. Il dono va oltre lo scambio, oltre la legge, parte da una visione ben più alta, come spiegano i temi del titolo di questo Convegno, ben legati tra loro. Argomentando in tal modo il prof. Ales è giunto a dire che solo il dono e l’accoglienza possono generare un’economia pienamente umana.

Il Prof. Antonio Punzi, dell’Università Luiss Guido Carli, ha dichiarato di apprezzare l’originalità e la specificità del nuovo Curriculum, fatto dopo un’attenta valutazione del territorio e si è congratulato per questo progetto. Poi, agganciandosi all’intervento di Ales, chiedendo come mai si parla di “dono” in giurisprudenza, ha scandagliato il rapporto tra la logica utilitaria e la logica oblativa. La risposta alla crisi economica nelle università – ha detto – deve essere “rivoluzionaria” rispetto ai termini tradizionali del dibattito. E’ tempo di intrecciare le due logiche, fino a dire che “il vero perseguimento del tuo sporco comodo ti porterà ad agire per il bene, tuo e anche dell’altro”. Nella prospettiva di un mercato che valuterà sempre più la condizione dei lavoratori, si capirà che agire in modo virtuoso “conviene”, al di là della logica di pura oblatività o di puro egoismo. Questo dipende anche dal privato cittadino e dalle sue scelte. Più che lo Stato legislatore, saranno le pratiche virtuose di imprese e cittadini  a educare ad agire per il bene, che è l’azione che “conviene” di più.

L’ultimo intervento del mattino è stato quello del Prof. Salvatore Martinez, Rappresentante Personale Presidenza Italiana OSCE 2018 con delega alla “Lotta al Razzismo, Xenofobia e Discriminazione, con focus sull’Intolleranza e la Discriminazione contro i Cristiani e gli appartenenti ad altre religioni” e Presidente nazionale RnS, conterraneo di d. Luigi Sturzo. Forte dei suoi studi e della sua ampia esperienza nelle questioni toccate dalla Dottrina Sociale della Chiesa, con alle spalle innumerevoli iniziative sociali e spirituali, e contatti a livello internazionale, si è collegato a quanto detto dai precedenti relatori affermando: Non è che “il tempo è denaro”, ma “il tempo è amore“, nel senso laico del termine. Citando varie esperienze e iniziative, come la rieducazione dei detenuti nella sua Caltagirone per prepararli ad affrontare bene la libertà che stavano per riacquistare, facendoli divenire “soggetti produttivi”, e situazioni dolorose in tante parti del mondo, ha con alta competenza e grande passione catturato l’uditorio che, sebbene fosse la fine della mattinata, l’ha ascoltato con fervido interesse. Ha parlato di “costruzione” della società, in cui lo Stato deve essere un facilitatore, non un arbitro o un concorrente. Ha ribadito che l’amore è giustizia, la forma più alta, e che già Aristotele diceva: il punto più alto della giustizia è l’amicizia. Ha citato la Laudato si’ di Papa Francesco che invita ad una “ecologia umana”. Ha consigliato di guardare attentamente la realtà in cui ci troviamo, sperimentare su noi stessi la “fame e sete di giustizia” e diventare “operatori di giustizia”. E soprattutto, rivolgendosi ai giovani presenti, ha mostrato le sfide del mondo di oggi, che richiedono cuori e menti giovani, oltre che aperture culturali internazionali e ha augurato loro di poter far interagire giustizia e pace, verità e amore.

Applausi calorosi hanno accolto le sue parole, e non poteva essere diversamente. Nel pomeriggio la seconda sessione del Convegno ha visto altri relatori e altri interventi, in una giornata davvero ricchissima di stimoli e di idee.

Adriana Letta

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