Caritas: incontro di spiritualità

Giovedì 8 marzo, presso il Centro Pastorale Sacro cuore, alle ore 17 si è tenuto un incontro di spiritualità, organizzato dalla Caritas zonale Porta Aperta, a cui hanno partecipato i rappresentanti e collaboratori delle Caritas parrocchiali della Zona Pastorale di Pontecorvo.

Dopo una breve presentazione di Luigi Mancini ed un saluto da parte di don Akuino Toma Teofilo, direttore della Caritas diocesana, ha preso la parola don Antonio Di Lorenzo, vicario della Zona pastorale di Isola del Liri, che ha proposto diversi argomenti sui quali riflettere in questa Quaresima.

Primo fra tutti, ha sottolineato la necessità, in questa epoca di ritmi frenetici, di riscoprire il valore della solitudine, inteso come incontro ed occasione di dialogo con Dio. Ha voluto però metterci in guardia riguardo malintesi ed equivoci. Innanzi tutto ha posto l’attenzione sulla differenza tra religione e fede. Religione è un termine che comprende riti, cerimonie e usi a cui si adempie molto spesso per abitudine o usanza. La fede è qualcosa di più profondo e, soprattutto, non è mai “conclusa”. Nel cammino della fede non ci si illuda mai di essere arrivati al traguardo. Chi lo crede, chi è troppo sicuro di sé, inganna se stesso.

Nella Bibbia vengono rappresentati diversi luoghi di incontro con Dio: il monte, il deserto … nel silenzio. Ed è nella solitudine che maggiormente ci apriamo ad un dialogo con Lui, senza distrazioni e lontano dai tumulti del mondo.

A rafforzare tale concetto ha introdotto anche il termine “olocausto” che, grazie a studi più recenti, non viene più inteso semplicemente come sacrificio ma tradotto col nuovo significato di “elevarsi a Dio”. La malattia, le disabilità non vengano lette solo come sacrificio bensì si abbia il coraggio di considerarle occasione di avvicinamento a Dio, di elevazione a Lui e di incontro.

Don Antonio ha voluto, non da ultimo, mettere in guardia sul rischio che corrono gli operatori di assumere ruoli non propri, di sostituirsi ad assistenti sociali,a psicologi o a filantropi qualunque. Non bisogna mai dimenticare che è Dio che sostiene questo impegno a favore dei disagiati. È di Dio che dobbiamo essere testimoni.

Valentina Sdoia

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