Messaggio del vescovo Gerardo per la Peregrinatio della Madonna di Fatima

Stemma Finis Terrae Mons. Gerardo Antonazzo

Peregrinatio diocesana della Madonna di Fatima

nell’anno centenario delle apparizioni

Messaggio del vescovo Gerardo

Carissimi fratelli e sorelle,

vi raggiungo con questo mio messaggio per condividere il significato spirituale della Peregrinatio diocesana della Madonna di Fatima, nel centenario delle apparizioni. La Peregrinatio inizia il 12 maggio 2017 e si conclude con il mese di maggio 2018. Coinvolge le comunità parrocchiali dell’intera diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo.

La statua della Madonna di Fatima

Non si tratta di una statua qualunque. Quella davanti alla quale pregheremo è la statua che la nostra diocesi custodisce nella chiesa Concattedrale di Pontecorvo, ed è una delle prime due copie realizzate dal medesimo artista portoghese (Josè Ferreira). Di queste, una è esposta nella cappella delle apparizioni a Fatima, mentre l’altra fu donata dal vescovo di Fatima al nostro cardinale Benedetto Aloisi Masella, nativo di Pontecorvo, in occasione della solenne incoronazione della statua della Madonna, celebrata dal medesimo Cardinale per mandato pontificio nel 1946. La statua raffigura la Vergine Maria così come è apparsa a Fatima secondo la fedele descrizione della veggente Lucia, e continua ad effondere il fascino spirituale che la santa Vergine esercita nella vita dei suoi figli devoti e riconoscenti.

Perché la Peregrinatio diocesana?

La prima ragione è storica, ed è rappresentata dal centenario delle apparizioni: una ricorrenza che ci permette di conoscere e riscoprire il ricco e prezioso messaggio rivelato dalla Madonna ai pastorelli Giacinta, Francesco e Lucia. Tale messaggio continua ad essere affidato alla Chiesa e all’umanità intera.

La seconda ragione è più pastorale. La presenza spirituale della Madonna porterà un beneficio di luce, di grazia e di benedizione materna su tutte le nostre famiglie. La riscoperta del suo amore nella vita reale e quotidiana potrà consolare, guarire, incoraggiare, convertire. Sarà motivo di fiducia e di speranza. Per questo, il pellegrinaggio della statua vuole favorire il cammino di Maria tra le famiglie e per le famiglie, perché si lascino rigenerare e fortificare dal suo amore lì dove vivono, lavorano, sbagliano, gioiscono e soffrono.

La terza ragione ci chiede di raccogliere la sfida di Papa Francesco che chiede alla Chiesa di impegnarsi molto di più nell’educazione all’amore, al matrimonio, e alla famiglia, valorizzando la stupenda reciprocità e complementarietà dell’essere uomo e donna. Agli adolescenti e ai giovani deve essere rivolta la nostra particolare attenzione educativa, per orientarli a scelte di vita responsabili e complete, totali e definitive, compatibili con la propria dignità umana e ancor più cristiana. Vanno aiutati a comprendere che ogni scelta provvisoria è come fermarsi a metà strada, con il grave rischio di restare distanti dalla meta della propria felicità e compiutezza di vita.

 

L’icona biblica: Lc 1, 39-45

 

Desidero che la Peregrinatio diocesana sia illuminata dal racconto evangelico di Lc 1,39-45. Questo brano narra la peregrinatio di Maria da Nazareth verso la casa di Zaccaria ed Elisabetta, nei pressi di Gerusalemme. Maria “esce” (“si alzò”) per entrare in una famiglia, cioè “nella casa di Zaccaria”: pertanto, il pellegrinaggio di Maria verso la cugina Elisabetta è il cammino di una famiglia (Maria incinta, e Giuseppe) verso un’altra famiglia (Elisabetta incinta, e Zaccaria). Ancora oggi Maria si fa portatrice del saluto di Dio, della sua grazia e benedizione verso le nostre famiglie. Per questo esse sono invitate ad accogliere la sua preziosa presenza spirituale, per crescere nell’amore e nell’armonia.

La Chiesa, sull’esempio di Maria, deve rivolgersi ad ogni famiglia per portare il “saluto” di Dio e l’annuncio del suo amore concreto e salvifico. Solo il suo amore dona verità e luce, il suo amore consola e guarisce. Secondo l’evangelista san Luca l’iniziativa di Maria verso la famiglia della cugina avviene in “fretta”. Elemento, questo, che ci ricorda come anche oggi non c’è tempo da perdere: la Chiesa, famiglia di Dio in  “uscita”, imitando l’esempio della Vergine e insieme con Lei si dichiara pronta a  rispondere alla sua chiamata missionaria, per andare incontro ad ogni famiglia, e annunciare la gioia dell’amore e la bellezza del matrimonio, oggi.

Il desiderio si fa impegno

 

Ogni forma di  bigotto devozionismo è sterile. La Peregrinatio mariana porterà i suoi frutti di rinnovamento nelle famiglie se ci sarà l’impegno di tutti nell’annunciare il vangelo dell’amore: presbiteri, consacrati, aggregazioni laicali, soprattutto operatori di pastorale giovanile e familiare. Abbiamo un debito di carità verso il mondo, al quale offrire la possibilità di lasciarsi abbracciare e commuovere dalla visita della Madre di Dio. Nessuno dovrebbe restare escluso o rimanere indietro: Maria busserà alle porte delle nostre case grazie a coloro che queste case le cercheranno per invitare ogni famiglia ad accogliere, nel piccolo segno di una statua sacra, la grande presenza di Colei che tutte le generazioni chiamano beata.

Carissimi,

 

invito a recitare da soli, in coppia, in famiglia, in gruppo, in parrocchia, durante la Peregrinatio mariana questa preghiera, per esprimere con fiducia il nostro affidamento e la nostra filiale fiducia verso la Vergine dell’Amore e Regina delle famiglie:

Dio di misericordia e di perdono,

noi crediamo, adoriamo, speriamo,

e Vi amiamo, con la Vergine Maria.

 

Nostra Signora di Fatima,

la tua luce di sole in Cova d’Iria

è riflessa negli occhi di tre pastorelli,

attratti al tuo volto da materna dolcezza.

Accogli anche noi, peccatori pentiti,

affidàti al tuo amore con fiducia di figli.

Dona grazia al dolore: ti offriamo le prove.

Il tuo Cuore immacolato è oasi di pace:

converti chi vive nell’inferno del male.

 

Nostra Signora di Fatima,

consola le prove di malati e anziani,

custodisci l’innocenza dei nostri ragazzi.

Rafforza la gioia dell’amore nuziale,

asciuga le lacrime di coppie ferite,

illumina la mente di genitori smarriti.

Rischiara il cammino di figli accecati

da abbagli mortali che divorano i sogni.

Rifiorisca, o Maria, sulle labbra di tutti

la dolce preghiera del santo Rosario

che apre il cuore alla grazia di Dio.  Amen.

Sora, 1° maggio 2017

+ Gerardo, vescovo

 

 

 

Categorie: Diocesi,Documenti e Omelie,Eventi,Peregrinatio,Tutte Le Notizie