Meditazione Veglia Diocesana

 

BATTEZZATI E INVIATI

 Veglia missionaria diocesana

Appunti per la meditazione

Arce, 18 ottobre 2019

 

Ottobre 2019: Mese missionario straordinario. Festa liturgica di s. Luca: l’universalismo della salvezza nel Vangelo e negli Atti degli Apostoli. 

Nella Lettera del 22 ottobre 2017, in occasione del centenario della promulgazione della Lettera apostolica Maximum illud sull’attività svolta dai missionari nel mondo, Papa Francesco dice:

«Il mese missionario straordinario sia occasione di grazia intensa e feconda per promuovere iniziative e intensificare in modo particolare la preghiera- anima di ogni missione- l’annuncio del Vangelo, la riflessione biblica e teologica sulla missione, le opere di carità cristiana, e le azioni concrete di collaborazione e di solidarietà tra le chiese, cosicché si svegli e mai ci venga sottratto l’entusiasmo missionario».

  1.  “Missio ad Gentes” 

Cooperazione tra due Chiese, espressione del significato teologico della comunione, non svolgimento di sporadiche iniziative personali, individuali o di gruppi, secondo una logica di assistenza materiale.

Il Vescovo di Rutana, mons. Bonaventura, mi ha inviato una bella e profonda condivisione missionaria. Tra l’altro, scrive: “Rimane vivo nella nostra mente il gesto ricco di significato dell’olio del balsamo che Lei ci ha portato perché sia sempre usato nella messa crismale, per il santo crisma, che viene usato per la nascita a vita nuova e per la crescita del popolo di Dio. Come ricordato negli statuti della nostra cooperazione missionaria firmati da ambedue in data 13 maggio 2014, “La cooperazione tra le Chiese è il segno di quella carità su cui si edifica e cresce la missione: vissuta nell’ottica della comunione essa promuove lo stile dello scambio e della condivisione globale di beni, persone ed esperienze”.

Il prossimo viaggio missionario per il quale celebriamo oggi il mandato conferma il valore della cooperazione-comunione tra le due chiese.

  1. “Missio itra Gentes”

 Sottolineo alcune possibili difficoltà nella nostra pastorale intra gentes, quella cioè rivolta a quanti sono già diventati cristiani per il battesimo, la maggior parte dei quali non partecipa alla comunità eucaristica domenicale.

  • Il nostro primo problema è di ordine culturale: nell’immaginario collettivo la missione è pensata ancora soltanto ad gentes, oltretutto svolta da pochi “interessati”, solo da qualcuno particolarmente “fissato”;

 

  • Fatichiamo a coniugare missione ed evangelizzazione nella pastorale ordinaria: se la missione pastorale non è evangelizzazione manca di contenuti. L’evangelizzazione è esattamente il contenuto della missione. Infatti, siamo “inviati” (missio-mandati) per evangelizzare (annunciare il Vangelo che è Gesù Cristo).
  • Un dato particolarmente sfavorevole, perciò negativo, mi sembra anche questo: noi, non siamo stati mai terra di missione e non siamo mai stati in una terra di missione. E questa è storia di casa nostra! Credo, pertanto, che riguardo alla missione e all’evangelizzazione abbiamo ancora tutto da imparare, soprattutto nel metodo.

La missione per noi è come indossare un nuovo abito-habitus senza mai dismettere l’abito precedente, le abitudini di sempre. Conserviamo, e di conseguenza ripetiamo, le solite consuetudini…. E’ necessaria una radicale conversione missionaria!

  1. La Chiesa nasce dalla missione.

Dunque, muore in assenza di missione 

Dobbiamo ripartire con coraggio e convinzione dalle sfide cruciali posta da s. Paolo (Rm 10):

«Come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? [   ]. Dunque, la fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo».

 

  1. La Chiesa può vivere, solo se vive di missione e di evangelizzazione 

Se nasce dalla missione, la Chiesa deve saper rinascere grazie alla rinnovata linfa missionaria.

Legame con la prossima Visita Pastorale: essa intende essere un sublime azione missionaria di tutti insieme, a favore di tutti, il più possibile.

Per questa ragione, dalla Visita Pastorale:

  • Ogni comunità è sollecitata ad apprendere e a vivere uno stile estroverso sul territorio.
  • Ogni comunità deve conoscere ed esercitarsi nel metodo missionario: quali punti cardini? 
  • Ogni comunità deve privilegiare l’annuncio di Cristo Gesù per la ri-evangelizzazione delle nostre comunità con la proposta del kerygma.

Questo comporta che proprio e soltanto alla centralità di questo annuncio deve essere sempre ricondotta ogni azione pastorale: sia di catechesi, sia di culto, sia di carità: Gesù Cristo, ieri, oggi e sempre.

 

            + Gerardo Antonazzo

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