Giornata della Vita: Testimonianza di Gabriella

Quasi un anno fa scoprivo di aspettare un bambino. Insieme al mio compagno ne eravamo contenti, ma purtroppo una felicità durata poco: quasi a due mesi appena io e lui ci siamo lasciati, è andato via lasciando a me ogni responsabilità sul bimbo. L’unica cosa che sentivo ripetermi: “Fai ciò che vuoi, se vuoi tenerlo tienilo, altrimenti fai tu!”

L’unica cosa che mi ripetevo: Come si fa ad essere così insensibili di fronte ad un proprio figlio?

Lasciata sola e senza nulla, mi sono sentita persa, senza via d’uscita, io, mia figlia e il piccolo in grembo. Come potevo affrontare tutto questo sola con due figli?

Ed è così che in quel momento ho deciso d’interrompere la gravidanza: mia figlia ormai aveva 9 anni e ricominciare non era il caso. Alla fin fine ero solo di due mesi e pur non condividendo per motivi religiosi, però in questo caso non ero più convinta di volerlo realmente, anche perché neppure lo percepivo. L’unico mio pensiero era questo: terminare al più presto. Difficile da decidere, ma indispensabile in quel momento, in modo da riprendere la vita senza problemi e difficoltà. Non c’era alternativa migliore. Come potevo crescere un figlio da sola, cosa gli avrei raccontato del padre?

Unica cosa che mi sentii dentro di me: Signore, ti prego, aiutami … mostrami la strada che io non so più dove andare. Non è passato tanto che la risposta è arrivata sotto forma di due donne, una in particolare: Marina. Erano lì, sotto casa, ad aspettare. IN un primo momento sono stata molto sgarbata, cercando di troncare ogni discorso con la scusa che era tardi e che dovevo preparare il pranzo alla bambina. Invece, loro, con tanta pazienza, mi parlavano di questa piccola anima innocente nel mio grembo. Volevo solo andare via, non ascoltare più nulla. Ma quando dalla bocca di Marina uscirono queste parole: “Questo bimbo è amore, ti sta chiedendo di vivere, di nascere, lui già ti ama”, inquel momento mi sono sentita morire dentro, stavo dando via, forse, la cosa più bella della vita: lui ha scelto me per essere sua madre e, poi, l’altra mia figlia già lo aspettava con ansia, era il suo fratellino tanto desiderato.

Marina, con tutto il suo conforto, mi rassicurò di non avere paura, non ero sola, mi avrebbero aiutato e supportato loro in ogni difficoltà, sia morale sia materiale, non avrei dovuto temere nulla, c’erano loro, non ero sola, mi sarei dovuta affidare solo al Signore, Lui ha un disegno per tutto, tutto sarebbe andato bene, dento di me c’era una nuova vita, un nuovo amore, una gioia immensa.

Così è stato: i nove mesi sono passati e non nascondo che qualche volta ho avuto qualche paura, ma sentire il piccolo incominciare a muoversi mi rassicurava, vedere (con l’ecografia) le sue manine, il suo visino, ma soprattutto la felicità di mia figlia per l’arrivo di questo fratellino! E quando quel giorno finalmente è arrivato, la felicità è stata ancora più immensa, sentire il primo pianto (è stato com)e sentirmi il cuore esplodere di un’emozione unica, soprattutto (nel) sapere che anche il papà era lì ad aspettarlo.

Alla fine anche il papà si è reso conto del grande amore che arrivava: una famiglia che sembrava distrutta ora era riunita in un amore, in una gioia immensa.

In fondo, la nascita di questa piccola creatura non è stata solo una nuova vita al mondo, ma (ha dato) una nuova vita alla nostra famiglia.

Cosa avrei perso se con me, in quel momento difficile, non ci fossero state le persone giuste? Se non l’avessi tenuto solo un gran vuoto poteva rimanere (in me). (È) perché in quel momento pensi solo che sia la soluzione giusta; ma non è così; ti rimarrebbe solo l’amaro di ciò che non c’è più e io ogni giorno (lo) guardo negli occhi (e) sempre più innamorata dei suoi sorrisi (che sono) senza prezzo.

Grazie (a) Marina ed a tutte le persone del Centro e a chi aiuta persone perse come me.

 

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