Festa di Santa Restituta

Sora festeggia la patrona Restituta, “capolavoro della Trinità”

Restituta, giovane romana convertitasi al cristianesimo, ha dato la sua vita per testimoniare fino in fondo la grandezza dell’Amore di Dio: il suo martirio, il suo sacrificio si sono dimostrati l’antitesi degli obiettivi dei suoi carnefici. Da quel momento infatti sono sbocciate nuove conversioni, che giorno dopo giorno, con il passare dei secoli hanno reso gli abitanti di questa città popolo di Dio.

E Sora ancora una volta ha voluto rendere grazie a questa giovane fanciulla, con dei festeggiamenti solenni iniziati con il triduo e culminati, sabato 26 maggio, con i Vespri solenni e la processione. Un lungo corteo, con il vescovo Gerardo Antonazzo, le confraternite, i sacerdoti delle parrocchie cittadine, le autorità civili e militari, ha preso avvio dalla chiesa dedicata alla martire, per attraversare l’intero centro cittadino per giungere alla Cattedrale, luogo in cui Santa Restituta fu imprigionata dopo essere stata condannata a morte. Al termine della processione il Vescovo, in una cattedrale gremita di fedeli, ha posto l’accento sulla santità come scelta di vita nella confermazione a Cristo. Un aspetto, quello della santità, contrapposto a quello della corruzione spirituale: la santità, come luce e sale della terra, può portare a ricostruire una integrità totale, una sfida che deve condizionare tutte le attività di ogni giorno. Ed ecco allora la possibilità di ripartire da questa sosta spirituale, la festa di Santa Restituta, “guariti”, purificati da ogni contaminazione di peccato.

Nella mattinata di domenica 27, solennità della Santissima Trinità, dopo la celebrazione eucaristica delle ore 6.30, animata dalla Pia Unione Madonna delle Grazie, la statua di Santa Restituta, in processione, è stata riportate nella chiesa a lei dedicata. Alle ore 9 il solenne Pontificale del Vescovo, concelebrato dal parroco mons. Bruno Antonellis, don Giovanni De Ciantis e don Marcello Di Camillo. Mons. Antonazzo, nell’omelia, ha sottolineato la concomitanza della solennità della Santissima Trinità con la festa di Santa Restituta, una donna che non si è accontentata di un’esistenza “annacquata”, restando testimone fedele fino al martirio. Non si è trattato di un “femminicidio, ma di un capolavoro della Trinità”: la sua sofferenza è stata vissuta con amore. Ed ecco emergere gli stili femminili di santità, che si ritrova nella “capacità oblativa della donna”, di amare, soffrire e dare la vita, non per un figlio, ma per Cristo. “Sembrano altri tempi”, ha sottolineato il Vescovo, “ma il Cristianesimo non ha altri tempi. Chiediamoci cosa siamo disposti a a fare: le sfide di oggi non sono così lontane da quelle della sua epoca”.

Al termine della celebrazione, il saluto di don Bruno rivolto al Vescovo, alle autorità presenti, ai numerosi fedeli: seguendo l’esempio della patrona, che “ci ricorda i messaggi sempre attuali del maestro, lei che incoraggia, condivide e sostiene, rimotivando le esperienze di fede affinché si possa passare da praticanti a credenti”.

Infine, la consegna delle rose ai partecipanti alla celebrazione, in ricordo di quella rosa che la tradizione narra sia fiorita nel punto in cui cadde la testa della giovane Santa, nel luogo del suo martirio.

 

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