Dalla parte dei poveri – Passare dall’indifferenza alla compassione

Veglia Missionaria Diocesana.

Un momento di preghiera semplice, intensa e anche molto provocatoria: tale è stata la Veglia diocesana missionaria in preparazione alla Giornata Missionaria Mondiale 2015 “Dalla parte dei poveri”, svoltasi nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista in Cassino venerdì 16 ottobre. Letture, riflessioni, preghiere, tutto si è incentrato su questo punto centrale: mettersi dalla parte dei poveri, guardare il mondo dal loro punto di vista.

Gli organizzatori, il Centro Missionario e l’équipe di Pastorale Giovanile della Diocesi con la sua band ad animare la liturgia della Parola, hanno ideato, preparato e realizzato una veglia come un percorso che tutti i presenti hanno dovuto compiere per spostarsi dalla propria abituale posizione sociale e traslocare dalla parte dei poveri, appunto.

Dopo la processione di ingresso, che ha visto una lunghissima fila di Sacerdoti diocesani e il Vescovo Gerardo Antonazzo, dopo il canto iniziale e l’intronizzazione solenne della Parola, in una chiesa ben preparata con i segni della mondialità, il mappamondo, una grande corona del rosario con le decine di colori diversi come i continenti, simboleggiati con gli stessi colori dai ceri accesi davanti all’altare, è stata letta la pagina evangelica di Luca (10,25-37) del buon Samaritano. Arrivati al punto dell’uomo derubato, percosso e lasciato mezzo morto per strada, un giovane, in vesti stracciate, l’ha impersonato, prendendo posto sui gradini davanti all’altare. Finita la lettura, la guida ha avvertito che anche i presenti avrebbero percorso simbolicamente la strada da Gerico a Gerusalemme, lungo un percorso che passa “dall’indifferenza alla compassione”.

A guidare in questo percorso è stato “l’uomo ferito” che parlando in prima persona a un “tu” che era ognuno dei presenti, entrava direttamente in dialogo con lui e gli mostrava che non occorre essere uno specialista o un esperto, basta mettere a disposizione di chi ha bisogno il proprio tempo e quel poco che si sa fare e coinvolgere altri a fare ciò che non si è in grado di fare. Questo basta a salvare una vita umana. Questi interventi, ed il racconto di un’esperienza di accoglienza ad un senzatetto erano intervallati dal canto di un’invocazione di misericordia. Tutto molto concreto e realistico, tutto molto suggestivo.

Nella sua riflessione il vescovo Gerardo ha ricordato l’icona biblica del buon Samaritano che è al centro di questo anno pastorale appena iniziato nella nostra Diocesi. E questa Giornata missionaria, ha fatto notare, si collega significativamente alla riflessione diocesana di questi primi mesi, sul verbo “uscire”, la natura missionaria della Chiesa. Il primo a “uscire” da sé è Dio che si è fatto uomo e Gesù che ha vissuto l’esodo pasquale come una scuola per andare oltre se stessi, morire per dare la vita.

Questo ci fa capire meglio, ha sottolineato ancora, l’icona del Buon Samaritano, da approfondire sotto tre aspetti. Il silenzio dei poveri: l’uomo ferito e malmenato non parla, non ha voce, il suo silenzio è quello dei poveri, che spesso custodiscono nel silenzio la propria dignità. La Chiesa deve uscire: verso chi? verso dove? Verso tutti ma preferendo i poveri. Il secondo aspetto è: farsi poveri, perché non si possono capire i poveri se si è ricchi, anche Gesù si è fatto povero. Se i ricchi fanno come lui, non sono più schiavi dei loro beni e li condividono, nel segno della sobrietà, solidarietà e condivisione. Terzo aspetto è la scelta di vivere dalla parte dei poveri, che sono non scarto umano ma carne di Cristo. Quando Papa Francesco parla di una Chiesa povera per i poveri, parla non della chiesa-istituzione ma della chiesa viva che siamo tutti noi, che dobbiamo condividere le difficoltà dei poveri.
La riflessione è proseguita su come passare, per essere buoni samaritani, dall’emozione di un momento alla compassione, quella che tocca nel profondo e che desidera trasformarsi in cura. Il Salmo 145, recitato a cori alterni, ha aiutato a comprendere la bontà misericordiosa di Dio verso tutti.

A questo punto il Vescovo, rivolto ai rappresentanti e agli operatori pastorali di tutte le comunità parrocchiali e delle associazioni, gruppi e movimenti ecclesiali, ha chiesto la loro disponibilità ad assumere il ministero nella Chiesa prendendosi cura dei fedeli e a testimoniare una fede motivata, convinta, personale, alimentata dalla Parola di Dio e dai Sacramenti e alla loro risposta “Sì, lo voglio”, ha impartito la benedizione e affidato loro il “mandato pastorale”. A tutti i presenti è stata consegnata una coroncina del Rosario missionario. Ultima raccomandazione del Vescovo: fare missione evangelizzando innanzitutto il proprio ambiente di vita e di lavoro, per trasformare questa nostra terra e umanità in primizia del suo Regno.

– Adriana Letta

– Foto di Rosalba Rosati

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